Il Canalicchio di Franco Pacenti

Pubblicato il 24 aprile 2013

La famiglia Pacenti si stabilì nel Comune di Montalcino agli inizi del Novecento, conducendo dapprima i terreni a mezzadria, spostandosi così da un podere all’altro, per divenire poi proprietari. L’azienda agricola fu fondata negli anni Sessanta da Rosildo Pacenti con la moglie Quinta e la prima bottiglia di Brunello “Canalicchio” fu della bella annata 1968.

Il figlio Franco, classe 1958, affianca il padre nel lavoro della terra fin dall’adolescenza, infatti saliva subito sul trattore appena tornato da scuola, che lasciò presto per fare il vignaiolo, contribuendo in maniera determinante allo sviluppo dell’azienda sin dai primi passi. Fondata come una tipica azienda promiscua del tempo, il “Canalicchio” – borgo divenuto poi famoso per la pluriennale tradizione vitivinicola – si è specializzata cogli anni nella produzione del famoso Sangiovese Grosso di Montalcino. L’azienda è gestita tutt’oggi a conduzione familiare da Franco, affiancato dalla moglie Carla e con l’aiuto dei figli Lisa, Serena e Lorenzo – terza generazione della famiglia Pacenti – che, con la stessa passione, dedizione al lavoro e amore per la terra, saranno il futuro di questa cantina. Tradizionalista convinto, Franco, toscano purosangue, coltiva un solo vitigno, il Sangiovese, imprimendogli tratti altamente territoriali, che, con l’estrema cura in cantina e l’instancabile lavorazione in vigna, portano a vini austeri e importanti, che uniscono l’eleganza alla potenza, nell’estremo rispetto della tradizione. L’azienda copre una superficie di circa 36 ettari, di cui dieci coltivati a vigneto e uno a oliveto, alle propaggini della collina su cui si distende il centro storico medievale di Montalcino. L’areale della “sottozona Canalicchio” è quello del versante nord, che può esser annoverato fra quelli a più spiccata vocazione dell’intera denominazione, una delle zone classiche e storiche di produzione del Brunello, dove il Sangiovese matura in maniera lenta e meditata per donare vini con profumi di una profondità olfattiva complessa e variegata. I vigneti, suddivisi in sei appezzamenti, impiantati dal 1980 al 2002, dislocati in prossimità della cantina, sono esposti a nord est su media collina, a un’altitudine di circa 300 metri s.l.m. e coltivati su terreni di medio impasto, tendenzialmente argilloso. La vecchia cantina, sottostante lo storico casale, è adibita a una parte d’invecchiamento e a piccola saletta degustazione, da dove si può vedere, incastonata in una nicchia, la collezione storica dei vini dell’azienda, dal primo Brunello a oggi, più di quaranta vendemmie montalcinesi. La nuova cantina, realizzata nel 2004, dove una volta sorgeva la stalla (di chianine selezionate), è pianificata in maniera sapiente e perfettamente efficiente, con aree separate per la vinificazione, l’invecchiamento in botte e l’affinamento in bottiglia. Suggestiva è la vista della vinificazione dal ballatoio che la sovrasta: da qui, attraverso una vetrata con inciso il marchio, si possono inoltre ammirare, come in una cartolina, i vigneti e i terreni. Filosofia dell’azienda è l’esaltazione dell’uva Sangiovese, curata amorevolmente, raccolta e selezionata per portare in cantina solo i frutti migliori. Di qui la scelta di vinificare in tini d’acciaio inox a temperatura controllata, con prolungate macerazioni sulle bucce e lunghi affinamenti in botti di rovere di Slavonia medio-grandi (dai 27 ai 50 ettolitri). Nascono così il Rosso Toscana IGT “Il Bersaglio” (3/5mila bottiglie), il Rosso di Montalcino DOC (10/15mila bottiglie), il Brunello di Montalcino DOCG (15/20mila bottiglie) e infine, prodotto esclusivamente nelle annate d’eccezionale qualità e in quantità limitata, il Brunello di Montalcino Riserva, da uve provenienti esclusivamente dalla vecchia vigna del Poggio, di circa trent’anni. Di proprietà della famiglia, può essere visitata inoltre la Chiesa della Madonna degli Angeli, risalente al XIV secolo e recentemente restaurata. E in un’accogliente saletta affacciata sulla bottaia o all’aperto, in un ampio terrazzo con vista sulla Valdorcia e le Crete Senesi, la famiglia Pacenti dà la possibilità agli enoappassionati e agli amanti del cibo genuino d’accompagnare i vini con salumi, formaggi, bruschette e, su prenotazione, piatti tipici della cucina toscana, nel rispetto della filiera corta. In cucina vengono utilizzate infatti solo materie prime di loro produzione e di aziende vicino, cucinate alla vecchia maniera, senza fretta, con maestria ed esperienza, dalle tre donne di casa, in un’atmosfera veramente familiare. L’azienda infatti è anche la casa della famiglia Pacenti, dove poter riscoprire il piacere del convivio e della semplicità dei rapporti autentici, ritrovandosi tutti insieme come vecchi amici, sentendosi tutti come a casa propria per dare ancor più valore a una vera esperienza toscana.

Daniela Fabietti