Tenuta Aminta, l’ultimo investimento di Cecchi

Pubblicato il 7 luglio 2025

Valorizzare il Sangiovese nei suoi territori d’elezione, compiendo un passo verso Montalcino: la Famiglia Cecchi, storica realtà del vino italiano, fondata nel 1893 in Toscana e oggi guidata da Andrea Cecchi, con oltre 130 anni di storia alle spalle, mantenendo sempre un’impostazione familiare, puntando su qualità, sostenibilità e rispetto delle peculiarità locali, ha annunciato ufficialmente l’ingresso di Tenuta Aminta nel suo “universo enologico”, acquistata nel 2018 in una delle aree più vocate, a Castelnuovo dell’Abate, con i vigneti a due passi dalla millenaria abbazia romanica di Sant’Antimo, da cui nascono le prime etichette di Brunello di Montalcino 2020 (prodotto in sole 3.000 bottiglie numerate e un limitato numero di magnum) e Rosso di Montalcino 2023 (3.100 bottiglie, affiancate da magnum in quantità limitata).

“Con Aminta abbiamo voluto completare un percorso che da sempre ci lega al Sangiovese, vitigno che consideriamo centrale nella nostra identità produttiva. Entrare a Montalcino è stato il risultato di una scelta attenta, maturata nel tempo, che ci ha portati a investire in un territorio di straordinaria complessità e prestigio. Aminta nasce da questa visione: valorizzare i grandi terroir italiani con vini profondamente legati all’origine, essenziali nello stile e pensati per durare nel tempo, come abbiamo già fatto con le acquisizioni di Villa Cerna (Chianti Classico), Val delle Rose (Maremma), Tenuta Alzatura (Montefalco) e Villa Rosa (Chianti Classico)” spiega Andrea Cecchi, presidente e ceo Famiglia Cecchi, appresentante della quarta generazione. La tenuta si estende per 6 ettari nell’area sud-orientale del distretto del Brunello di Montalcino.

I vigneti si articolano in 3 corpi distinti, Pian Bossolino, Cantina e Caselle, godendo di condizioni pedoclimatiche particolarmente favorevoli grazie all’altitudine, all’esposizione e alla protezione naturale offerta dal Monte Amiata, montagna sacra e olimpo del popolo etrusco. La geologia dei suoli è eterogenea con presenza di galestro, pietraforte e sabbie messiniane, elementi che contribuiscono a generare vini di gran precisione e carattere. Il progetto prende il nome di Aminta in omaggio a una doppia radice. La prima è personale: Anita Sardelli, madre di Andrea Cecchi, figura forte e ispiratrice per più generazioni, scomparsa nel 2017, alla quale la famiglia ha voluto dedicare simbolicamente questa nuova avventura; la seconda è territoriale: il Monte Amiata, confine naturale che domina il paesaggio e influenza in modo decisivo il microclima della tenuta, donando escursioni termiche ideali e preservando l’equilibrio vegetativo dei vigneti. A queste si unisce un terzo riferimento, culturale e poetico, alla celebre opera di Torquato Tasso, “L’Aminta”, in cui la presenza di una fonte ricorre come luogo cardine, proprio come la sorgente termale naturale che si trova ai margini del bosco della tenuta.

Aminta rappresenta la continuità di una tradizione produttiva attenta alla valorizzazione del Sangiovese, ma anche la capacità di rinnovarsi e adattarsi alle sfide della contemporaneità, senza rinunciare alla coerenza stilistica. Le etichette delle due referenze sono ispirate ai disegni originali di mamma Anita, che nella sua vita ha coltivato anche una dimensione artistica. Il lancio commerciale è previsto per il quarto trimestre del 2025, in occasione della manifestazione Benvenuto Brunello.