Cavazza, vignaioli dal 1928

Pubblicato il 27 febbraio 2024

La famiglia Cavazza ha forti radici nella tradizione vitivinicola e culturale della propria terra, che affondano prima a Gambellara, per poi evolvere sui Colli Berici, in provincia di Vicenza. Dal 1928 quattro generazioni si sono passate un testimone fatto di sapere contadino, rispetto della terra e della parola data, di tensione verso una crescita continua, quella lenta e costante di chi vuole fare bene le cose. In questi valori è racchiusa l’identità dei vini di Cantina Cavazza, che hanno portato all’eccellenza due territori, il Gambellara e i Colli Berici, due aree vitivinicole fuori dal cerchio delle grandi denominazioni, ma storicamente vocate alla produzione di vino di qualità. Oggi alla guida dell’azienda ci sono la terza e la quarta generazione: insieme producono vino solo dalle proprie vigne, con il rigido controllo di ogni passaggio della filiera e scelte concrete in termini di sostenibilità. 

I numeri di Cantina Cavazza

130 ettari di proprietà della cantina

600.000 mila bottiglie prodotte all’anno Numero di dipendenti + SOCI: 28

L’identità

Dal 1928 forti radici verso il futuro

La cantina Cavazza, nata nel 1928 da una famiglia di agricoltori, è oggi un’azienda agricola innovativa che guarda al futuro con competenze tecniche, autentica passione e costante ricerca verso la qualità. Un vino che è frutto di lunga esperienza, duro lavoro, ma anche di grande attenzione al territorio e alla sua tutela, con l’obiettivo di distinguersi con la produzione di vini di prestigio.

La storia. Nel 1928 Giovanni Cavazza e la moglie Augusta acquistano una casa e un vigneto a Selva di Montebello, in provincia di Vicenza, che oggi è la sede e il cuore dell’azienda, dove il percorso vitivinicolo si è sviluppato anno dopo anno. All’inizio erano presenti anche altre attività agricole, c’erano animali e le viti erano coltivate con un sistema chiamato piantà, dove la vite “maritava” attorno a una pianta che ne sosteneva l’abbraccio e al vigneto si alternavano erba medica e granoturco. Nel Dopoguerra vengono eliminati stalla e fienile per dare priorità alla vinificazione e si adotta la tecnologia per un prodotto più evoluto.

Nel 1987 l’azienda estende le proprietà oltre i confini geografici di Gambellara, con l’acquisizione di Tenuta La Cicogna sui Colli Berici per la produzione di vini rossi. Sono anche gli anni in cui Cavazza inizia a vendere all’estero, prima in Germania poi in Olanda e in Inghilterra.

Oggi l’azienda è apprezzata in diverse aree del mondo e prosegue la sua evoluzione continua per la produzione di vini di alta qualità.

La famiglia

La terza e la quarta generazione in azienda

Dai primi passi di Giovanni e Augusta e alla loro dedizione alla cultura contadina, la famiglia si è sempre dedicata al lavoro in vigna, con continuità rispetto ai loro primi passi. Quattro generazioni che sono custodi dei valori di famiglia e interpreti dell’evoluzione dei prodotti. Dopo Giovanni e Augusta sono entrati i figli Domenico e Pietro, che a loro volta hanno lasciato l’azienda nelle mani di Giovanni e Luigi (figli di Domenico) e Giancarlo e Francesco (figli di Pietro) che rappresentano la terza generazione e che oggi guidano l’azienda con la quarta generazione: Elisa figlia di Luigi, Stefano figlio di Giovanni, Mattia figlio di Giancarlo, Andrea figlio di Francesco.

Elisa Cavazza, Responsabile mercato estero: “Cavazza è la mia vita, la storia della mia famiglia che amo raccontare e che mi emoziona portare fuori dai confini del nostro territorio.”

Stefano Cavazza, Responsabile mercato Italia: “Cavazza è un’eredità preziosa che voglio portare avanti.”

Andrea Cavazza, Responsabile amministrativo: Cavazza è coltivare la passione del vigneto nel nostro territorio, che si tramanda di padre in figlio.”

Mattia Cavazza, Area enologica: “Cavazza è un’azienda radicata nel territorio in cui le persone hanno le conoscenze, le capacità e il desiderio di farne conoscere prodotti e valori.”

I due territori

L’azienda nasce a Gambellara ed evolve sui colli Berici

I territori di produzione delle uve sono situati su due zone vitivinicole completamente differenti dal punto di vista del microclima e del terroir. Da una parte ci sono le colline di Gambellara di origine vulcanica, principalmente basaltiche, che riflettono un’impronta minerale ai vini. Dall’altra parte ci sono i Colli Berici con i vigneti situati nel comune di Alonte, dove le colline hanno origine marina e il suolo, con roccia calcarea, e terreni di argille rosse è vocato alla produzione di vini a bacca rossa.

Gambellara

Le origini dell’azienda sono radicate in questa terra: i vigneti acquisiti dal secondo dopoguerra arrivano oggi a circa quaranta ettari nella denominazione Gambellara, una delle pochissime zone d’Italia di origine vulcanica. La Garganega è il vitigno autoctono che ha trovato in questa terra vulcanica il suo nutrimento fondamentale.

Il suolo. La zona di Gambellara è ricchissima di minerali come basalto, ferro, magnesio e potassio, e di ulteriori micro elementi che fungono da nutrimento per le viti e da barriera naturale contro le malattie del suolo. Le rocce vulcaniche su cui si sviluppano i vigneti sono fondamentali per l’apparato radicale, poiché caratterizzate da macro porosità che consentono di immagazzinare risorse idriche fino al 100% del loro peso, rilasciando l’acqua molto lentamente. Aspetto non meno importante, le radici possono respirare attivamente e trarre beneficio dal contatto con rocce che presentano porosità riempite da sostanze gassose.

Il clima. Il clima della zona è temperato subcontinentale, con stagioni estive e invernali ben circoscritte e, considerata anche la conformazione dell’area, evidenti differenze termiche. In particolare, proprio nelle zone pianeggianti abbiamo temperature minime più basse a causa dell’inversione termica notturna lungo i pendii dell’aria fredda, proveniente dalle colline più alte.

Colli Berici

Nel corso degli anni ‘80, con l’acquisizione dei vigneti di Alonte, si gettano le basi per l’evoluzione dei vini della cantina. Si intuisce subito il potenziale inespresso della zona, caratterizzata dalla purezza della pietra berica. Da allora Tenuta Cicogna è diventato un progetto per valorizzare le potenzialità di questo terroir con una viticoltura di altissima qualità.

Il suolo. In queste colline le radici delle vigne affondano su antiche colline emerse ben 60 milioni di anni fa, sotto a fossili marini e sassi calcarei, in cui la terra nasconde una miniera di minerali fondamentali per la vita delle piante come potassio, magnesio e ferro.

La Foresteria. Al centro dei vigneti dei Colli Berici si trova la Tenuta Cicogna, nascosta come un gioiello tra i boschi delle colline Beriche, con le sue ampie vetrate si fonde col paesaggio che la circonda, in cui protagonisti sono gli oliveti e le vigne. La ristrutturazione di questa parte importante della nostra tenuta nasce dal desiderio di recuperare l’antico casale di proprietà dei Cicogna.

In vigna

La qualità come linea guida

L’azienda compie scelte importanti e significative che inseguono sempre l’equilibrio e la qualità dei prodotti: l’alta densità (4.000 piante) per ettaro, la potatura verde, la selezione delle gemme, la doppia vendemmia a seconda del grado di maturazione, la vendemmia manuale in casse, l’irrigazione di soccorso per evitare che la pianta vada in sofferenza, compiuta esclusivamente nella fase precedente all’invaiatura.

I vigneti sono prevalentemente a guyot, sistema di coltivazione che punta sulla qualità e non sulla quantità, e si valorizzano i vini monovarietali autoctoni. Si è inoltre preservato, nelle zone collinari di Gambellara, la tradizionale tipologia di allevamento a pergola veronese, che consente una maggiore gestione della vigoria della garganega e una maggiore protezione delle uve da fenomeni atmosferici ed eccessivo calore.

LA SOSTENIBILITÀ

Scelte concrete: tutela della biodiversità, certificazione   sqnpi, energia sostenibile

Quando si parla di sostenibilità, l’azienda fa riferimento ad una serie di scelte che hanno l’obiettivo di tutelare la terra e il paesaggio in cui vengono prodotti i vini.

La certificazione SQNPI: Sistema di Qualità Nazionale Produzione Integrata

Il percorso di costante impegno per l’ambiente si è concretizzato dalla vendemmia 2019 con l’ottenimento della certificazione SQNPI (Sistema di Qualità Nazionale Produzione Integrata), riconosciuta dal MIPAAF (Ministero delle Politiche Agricole Alimentari e Forestali). Questo traguardo è stato possibile grazie a precisi metodi di coltivazione che coniugano buone pratiche agronomiche ad una lavorazione sostenibile lungo tutta la filiera. In vigneto si utilizzano concimi di origine organica e il controllo del sottofila viene effettuato meccanicamente o tramite inerbimento controllato. La fertilità del suolo viene mantenuta naturalmente tramite la rotazione colturale; si pratica inoltre l’antica arte del sovescio: grazie alla semina di erbe spontanee la terra si arricchisce di nutrienti. L’azienda è sottoposta periodicamente ad analisi sulle foglie della vite, sul terreno e sul prodotto finito per la verifica di residui di trattamenti. Questa è una garanzia che i vini rispondono ai requisiti di sostenibilità, contribuendo al rispetto dell’ambiente e alla sua tutela.

Viticoltura Sostenibile

L’azienda è responsabile della gestione stessa delle proprie vigne e ha creato un personale manifesto della viticoltura sostenibile, con precise caratteristiche di coltivazione:

-              Inerbimento a basso impatto ambientale

-              Diversificazione della coltura e salvaguardia della biodiversità

-              Coltivazione non intensiva: con vigneti intervallati da oliveti, alberi di marasche, fichi, corbezzoli, boschi, gelsi

-              Uso sostenibile degli agrofarmaci

-              Sovescio, che prevede il riposo di alcuni vigneti per anni nel rispetto della rotazione colturale

-              Potatura manuale per controllare l’equilibrio vegeto-produttivo di ogni pianta

-              Salvaguardia delle vigne storiche, come il Tai rosso Cicogna

-              Risparmio idrico attraverso un sistema di micro irrigazione per una minore dispersione d’acqua.

Salvaguardia della biodiversità

Ai bordi dei vigneti sono state realizzate fasce di vegetazione arboreo-arbustiva tipiche della flora mediterranea e locale, con piante come quercia, leccio, lentisco, corbezzolo e frassino.

Questo ha permesso di fare scoperte, come la popolazione naturale di fico d’India nano – Opuntia Compressa – in un rilievo vulcanico presente proprio nella zona di Selva. È una specie vegetale che ha trovato condizioni ambientali favorevoli e un microclima ideale in cui vivere. Nei terreni in cui la particolare morfologia non aiuta la destinazione a vigneto, l’azienda ha optato per piante di ulivi, diversificando e favorendo la biodiversità paesaggistica collinare.

Energia Sostenibile

L’azienda ha investito in un impianto fotovoltaico. Il progetto, iniziato nel 2010, ha visto la copertura del tetto della cantina, dedicata a magazzino e imbottigliamento, per un totale di 1.500 metri quadri.

Grazie alla produzione di 160 kWp, questo sistema permette all’azienda di essere completamente autosufficiente, anche per quanto riguarda il funzionamento dell’intero sistema di refrigerazione – autoclavi e magazzino –, delle presse e dell’impianto di imbottigliamento.