Cembra, cantina di montagna

Pubblicato il 10 giugno 2024

La Val di Cembra è una delle valli vitate più spettacolari delle Dolomiti e CEMBRA Cantina di Montagna, situata nel comune di Cembra Lisignago a circa 700 metri slm, ne è l’interprete più rappresentativa.

Nella valle la bellezza della montagna e la viticoltura si fondono in un paesaggio di grande fascino ed equilibrio. Un’armonia tra uomo e natura che è il risultato del coraggio, della determinazione e dell’amore per il territorio dei vignaioli cembrani, valori tramandati di generazione in generazione. Sono loro che hanno costruito pietra su pietra oltre 700 km di muretti a secco per sostenere le vigne lungo la valle, bilanciando grazia artigiana e pendenze estreme. Un territorio cesellato che dal 1952 è sotto l’ala di CEMBRA Cantina di Montagna, la cantina cooperativa più alta del Trentino. La realtà cooperativa, simbolo della valle (da cui infatti prende il nome), ha un rapporto molto stretto con i suoi soci e crede da sempre in questa terra, che vanta altimetrie, clima e sottosuoli unici. Qui il porfido è protagonista e da sempre i valligiani lo chiamano “oro rosso” in quanto spina dorsale della valle e preziosa materia prima.

Profondamente consapevole di queste straordinarie peculiarità, CEMBRA Cantina di Montagna lavora per far sentire la propria voce nel panorama vitivinicolo italiano con sempre maggiore identità attraverso una linea che valorizza le uve più rappresentative del territorio, inteso come un’unica, grande area eccezionalmente vocata.

Quattro i vitigni-ambasciatori: il Müller Thurgau, varietà storica della valle, lo Chardonnay, il Riesling e il Pinot Nero. Ognuno di questi dà corpo ad un vino in purezza che ha il compito di esprimere il meglio dei terroir della cooperativa. A loro si è aggiunto recentemente Zymbra, cuvée frutto dei migliori grappoli di Müller Thurgau, Chardonnay e Riesling in grado di raccontare in modo diverso la complessità dei vini di CEMBRA. Completa la gamma il TrentoDoc Oro Rosso, Chardonnay 100% che si presenta in versione Riserva, millesimata e Dosaggio Zero.

Un ripido mosaico vitato

La Val di Cembra si trova a pochi km a nord-est di Trento. Risalendo i tornanti si scopre un mondo autentico e intatto, dove la bellezza della montagna dialoga con una viticoltura eroica. Minuscoli borghi sospesi nel tempo punteggiano un paesaggio in cui i vigneti sono protagonisti assoluti: lambiscono le strade, le case e si arrampicano, su ripide scalinate, da 500 fino a quasi 900 metri slm. La cantina sociale conta su circa 300 ettari vitati suddivisi in piccoli appezzamenti (con una superficie media inferiore al mezzo ettaro l’uno) per lo più adagiati sulla sponda destra dell’Avisio, il fiume che nei millenni ha inciso e plasmato la valle, per poi tuffarsi nell’Adige.

Le vigne godono di una straordinaria esposizione solare grazie alla loro dislocazione prevalente a sud e sono lambite dall’Ora del Garda, corrente che soffia dolcemente tra i filari favorendo un clima asciutto, molto importante per preservare la salute delle vigne. Un’escursione termica ottimale completa il microclima e contribuisce al bouquet aromatico e alla giusta acidità dei vini. I terreni qui sono generalmente franco-sabbiosi, ricchi di sabbia e carbonati, sciolti e ben drenati, ma soprattutto, di origine porfirica. In questo fitto mosaico di parcelle, infatti, il porfido è il filo conduttore, sia attraverso la ragnatela di muretti a secco che ricamano la vallata, sia nei suoli dove affondano le radici i vigneti traendo un inconfondibile timbro di elegante freschezza e sapidità.

L’allevamento varia in base alle dimensioni degli appezzamenti, della pendenza – che può superare il 40%! – e dell’altitudine. La tradizionale pergola semplice è la più diffusa mentre il guyot è adottato nella maggior parte dei nuovi impianti destinati a Riesling Renano e Pinot Nero. La resa/ha media è tra i 50 e i 65 hl per tutte le varietà, ma scende anche a 40 hl nel caso del Pinot Nero.

Il parco vitato che fa riferimento a CEMBRA Cantina di Montagna è fortemente vocato nella sua interezza. Tuttavia, nel tempo sono emerse alcune particelle particolarmente “fortunate”, individuate dalla cantina attraverso l’osservazione e l’esperienza. Sono questi vigneti che vanno ad arricchire con il loro “nettare” la complessità del Müller Thurgau, del Riesling, dello Chardonnay e del Pinot Nero della collezione aziendale.

Stagione dopo stagione – racconta Stefano Rossi, winemaker di CEMBRA da 10 anni – il carattere di questi appezzamenti è stato sempre più evidente. Anche se spesso non hanno nomi famosi, in questi anni abbiamo preso confidenza con la loro personalità e oggi pensiamo che siano dei preziosi valori aggiunti per valorizzare l’identità dell’intera valle”.

Il team della cantina segue tutti i soci, monitorando da vicino tutte le attività e le eventuali difficoltà. Ogni anno vengono definite le potature, l’irrigazione e i diradamenti fino alla vendemmia, ancora rigorosamente effettuata a mano e con l’ausilio del particolare imbuto detto “Lorel” e della bigoncia per il trasporto dell’uva.

L’amore per la terra e per il territorio passa anche attraverso pratiche sostenibili di coltivazione, che seguono i dettami della difesa integrata: dal 2016 CEMBRA aderisce al Sistema di Qualità Nazionale Produzione Integrata (S.Q.N.P.I.).

Il porfido, l’oro rosso della Val di Cembra

Il porfido è un’antica roccia effusiva di origine vulcanica risalente al periodo permiano, tra i 260 e i 280 milioni di anni fa, che nel corso dei millenni il fiume Avisio e lo scioglimento dei ghiacciai hanno plasmato dando vita alla valle fluvio-glaciale di Cembra, nata ancor prima delle Dolomiti.

Nei secoli, la pietra dal tipico colore rossastro ha avuto un ruolo cruciale per la sopravvivenza economica della valle, dal momento che quello cembrano è uno dei giacimenti più importanti a livello europeo per estensione e qualità. Per questo il porfido è considerato “l’oro rosso” dei valligiani, a cui oggi si deve anche la particolare mineralità dei vini locali.

L’eroismo dei viticoltori

I quasi 300 piccoli soci conferitori di CEMBRA Cantina di Montagna portano avanti la tradizione della viticoltura valligiana e trasmettono il sapere, eredità di famiglia, alle nuove generazioni, ponendosi come veri custodi della Valle. L’assetto territoriale implica infatti un approccio al vigneto particolare: l’attività in vigna è molto impegnativa e necessita di oltre 800 ore/ettaro/uomo all’anno (contro le 300/400 delle zone pianeggianti). Parte del lavoro confluisce nel mantenimento dei muretti a secco che corrono lungo tutta la valle, un reticolo costruito con grande pazienza e impegno negli ultimi 100 anni per addolcire le ripide pendenze, “rubare” un po’ di spazio ai boschi a favore delle viti e allo stesso tempo ridurre i rischi di dissesti idrogeologici. L’arte della costruzione dei muretti a secco è stata riconosciuta nel 2018 a livello internazionale come bene immateriale del patrimonio mondiale dell’UNESCO e in Val di Cembra ha dato forma a un’opera monumentale e capillare che è stata riconosciuta dal Ministero delle Politiche Agricole, Alimentari e Forestali come “Paesaggio rurale storico d’Italia”.

Questo paesaggio unico è preservato con sacrificio dalle famiglie di viticoltori, motivate dal forte legame con il territorio e le sue tradizioni. Per quanto dura, l’attività quotidiana nel vigneto è infatti parte integrante dello stile di vita e della convivialità della comunità della valle, e i giorni della vendemmia sono momenti di festa collettiva. Questo capitale di valori ed emozioni porta oggi molti giovani cembrani a continuare l’attività agricola di famiglia dedicandosi con fierezza esclusivamente ad essa. Con la loro attitudine all’innovazione, insieme alla conoscenza profonda delle proprie vigne, la nuova generazione accompagna la Val di Cembra nel futuro.

Il nuovo corso aziendale dopo 70 anni di storia

CEMBRA Cantina di Montagna nasce nel 1952 per volontà di alcuni viticoltori locali.

Nel 2002 entra nel mondo di Cantina di La-Vis, che estende ai vigneti della Val di Cembra gli studi di zonazione intrapresi in collaborazione con l’Istituto Agrario di San Michele all’Adige e l’Istituto di Difesa del Suolo di Firenze.

Obiettivo è la conoscenza più profonda del potenziale del proprio territorio e l’individuazione delle aree più vocate a livello pedologico, altimetrico e climatico per le singole varietà. Da quel progetto sono nati alcuni cru anche molto apprezzati dalla critica, prodotti dal 1994 al 2021 (Vigna delle Forche dal 1994, Vigna Saosent dal 1996, Vigna Cancòr dal 2011).

Oggi, a oltre 70 anni di distanza, CEMBRA Cantina di Montagna continua a identificarsi nella Val di Cembra ma con una nuova consapevolezza e nuovi obiettivi.

Infatti, non sono cambiati i vigneti impervi, non sono cambiati la pazienza e l’amore con cui sono curati, non è cambiato il carattere dei vini ma dal 2022 la cantina ha deciso di cambiare marcia e puntare ancora di più verso l’eccellenza. L’intento è interpretare in maniera sempre più fedele questo territorio e far brillare la sua voce nel panorama del vino italiano, con un’immagine e una collezione di vini completamente rinnovata.

Così l’enologo Stefano Rossi: “Alla base c’è una profonda consapevolezza del valore del territorio: vogliamo valorizzare in maniera ancora più netta le peculiarità delle nostre uve, un carattere da ricondurre alle altitudini, ai forti sbalzi termici tipici della valle e alla salinità data dal porfido ai nostri vini”.

Ma, oltre alla vocazione del territorio, c’è anche una grande volontà collettiva e imprenditoriale: “L’impegno della squadra aziendale e dei soci conferitori nasce da una passione autentica e da un profondo orgoglio territoriale” afferma il Presidente della cooperativa Pietro Patton. “Su questo si inserisce la visione strategica di Cantina di La-Vis che vede in CEMBRA Cantina di Montagna il suo fiore all’occhiello. Da questa sinergia prende forma l’attuale sfida aziendale che si concretizza in una collezione di vini fieri e di alta qualità, per un pubblico sempre più attento ed esigente”.

Continuità e innovazione

Parole d’ordine di CEMBRA Cantina di Montagna sono: precisione, freschezza e delicatezza. Le uve destinate alla collezione attuale vengono severamente selezionate prima in vigna e poi in cantina. I vigneti sono individuati dall’enologo in base alle loro caratteristiche, al loro “storico” e anche all’annata. Il momento della vendemmia è preceduto da attente analisi e verifiche progressive.  Arrivati in cantina, i grappoli passano un’ulteriore selezione e le uve che alla fine vengono scelte sono trattate con la massima cura e vinificate separatamente a seconda della provenienza. “Ma non è finita. Una ulteriore valutazione precede la cuvée definitiva” continua Rossi, “in modo che solo il meglio della produzione entri nella collezione CEMBRA Cantina di Montagna”.

Oggi, in cantina, Stefano Rossi utilizza per i vini di Cembra un’area molto limitata: “il cuore pulsante è tutto dentro lo spazio di uno dei vecchi tini di cemento che hanno fatto la storia della cooperativa: in questa “stanza” abbiamo posizionato i micro-tini di acciaio e le anfore Tava in terracotta destinate al Pinot Nero”. Per salvaguardare la freschezza e il bouquet aromatico delle uve, infatti, è l’acciaio lo strumento d’elezione “accompagnato da un passaggio in barrique per Pinot Nero, Chardonnay e Riesling.”

“In quest’ottica anche il tempo gioca la sua parte” continua l’enologo. “Nel nuovo corso aziendale abbiamo infatti deciso di regalare ai nostri vini almeno un anno di affinamento in più. Una scelta nata sia dal desiderio di assecondare la temperatura naturalmente fresca della cantina che tende a rallentare la normale maturazione ed evoluzione dei vini, sia dalla certezza di poter sviluppare in questo modo un ventaglio aromatico più ricco e bilanciato.” 

La collezione di CEMBRA Cantina di Montagna

La filosofia aziendale prende forma in una collezione dall’etichetta essenziale, contemporanea, equilibrata, esattamente come i vini che veste.

“Lo spirito della montagna è custodito nel vino, dentro la bottiglia, per questo il triangolo – la vetta – che identifica tutta la linea incornicia il vetro nudo: perché solo le uve migliori, le più espressive e vocate diventano CEMBRA Cantina di Montagna” afferma il Presidente Pietro Patton.  Ed è proprio quello “spirito” che CEMBRA ritrae in sei espressioni profondamente territoriali: il Müller Thurgau, lo Chardonnay e il Riesling, che saranno sul mercato con la nuova annata 2022 a giugno-luglio 2024, insieme al Pinot Nero, la cuvée Zymbra e al TrentoDoc Oro Rosso Riserva Dosaggio Zero Millesimato.

Il Müller Thurgau nasce in una serie di vigneti tra i 700 e i 900 metri slm tra cui c’è anche la famosa Vigna delle Forche. L’esposizione è prevalentemente a est e a sud. Dopo la vendemmia, che mediamente si svolge a fine settembre, in cantina i grappoli vengono pressati e seguono la fermentazione e l’affinamento in serbatoi di acciaio inox.

Lo Chardonnay è frutto di anni di sperimentazioni e prove di vinificazione in cantina. Nasce dalla selezione di due appezzamenti tra i 500 e i 600 metri slm, e deve il suo corpo e la sua ricchezza all’ottima esposizione soleggiata. Raccolto di solito a metà settembre, in cantina è accolto con una pressatura soffice, per poi fermentare e affinare in serbatoi di acciaio inox, ma in parte anche in piccole botti di rovere francese.

Anche il Riesling arriva da vigne tra i 500 e i 650 metri slm, esposte prevalentemente a sud/sud-ovest. Questo Riesling renano viene raccolto alla fine di settembre o anche ai primi di ottobre; giunto in cantina, viene pressato in maniera soffice e seguono la fermentazione e l’affinamento in serbatoi di acciaio inox e, per una piccola parte, in botti di rovere francese.

Unico interprete in rosso è il Pinot Nero, che quest’anno uscirà sul mercato in autunno con l’annata 2021. I grappoli crescono tra i 500 e i 600 metri slm e sono raccolti in media a fine settembre-inizio ottobre. La vinificazione molto rispettosa prevede una macerazione a freddo per qualche giorno e una fermentazione in anfore Tava, piccole botti di legno aperte e serbatoi d’acciaio inox con frequenti follature per estrarre aromi e colore per circa 15 giorni. Il Pinot Nero matura poi in piccole botti di rovere francese per 12 mesi.

Nel 2023 si è aggiunto alla collezione Zymbra, cuvée bianca che ritrae la complessità di CEMBRA. Infatti, solo i migliori grappoli dei vitigni bianchi simbolo della valle sono stati scelti nel 2019 per questo vino, salendo progressivamente di quota: lo Chardonnay più interessante è stato raccolto a 450-500 metri slm, il Riesling a 500-600 metri e il Müller Thurgau a ben 800 metri slm. In cantina, le tre varietà sono state vinificate separatamente ma non lo stesso approccio delicato: pressatura dolce, fermentazione e affinamento in serbatoi di acciaio inox a temperatura controllata e soltanto una piccola parte è stata destinata a barrique di rovere francese, dove è rimasta ad affinare per circa 24 mesi. Dopo l’assemblaggio, la cuvée ha potuto riposare 18 mesi in bottiglia prima del debutto sul mercato nell’autunno 2023.

Infine, il Trento Doc Oro Rosso, Riserva Pas Dosé millesimata, ora sul mercato con l’annata 2018.

La vendemmia per questo Trento Doc che nasce da vigne di Chardonnay tra i 600 e i 750 metri slm si è svolta nei primi giorni di settembre. Le uve vengono sempre portate il più velocemente possibile alla pressa Marmonier, che consente una pressatura estremamente delicata, asseconda la robustezza della buccia e ne evita la frantumazione per ottenere un mosto fiore di altissima qualità.

L’operazione è estremamente delicata e lenta, di 3-4 ore per 30 quintali d’uva (capacità massima del torchio), e la resa in mosto fiore limpido e di altissima qualità è pari al 50-52%. Successivamente avviene una decantazione statica a freddo e una fermentazione a temperatura controllata (18°C) a cui segue l’affinamento sulle lisi per circa 6 mesi in serbatoi di acciaio inox. Dal tiraggio, nella primavera 2019, Oro Rosso ha riposato in bottiglia fino alla sboccatura a inizio novembre 2023, per un affinamento complessivo di almeno 48 mesi.

Nel calice è profondo e cremoso, con note di orzo e pasticceria, e l’omaggio al porfido che porta nel nome si ritrova nel sorso particolarmente sapido.