Fattoria di Grignano: i tre profili di una grande azienda vinicola

Pubblicato il 25 luglio 2023

Pontassieve è un piccolo borgo a 12 km da Firenze, è dominata dall’Appennino Tosco-Romagnolo, sorge sulla riva destra del fiume Arno, in confluenza col fiume Sieve, da cui trae il nome. Qui, tra le colline più alte, sorge la splendida Tenuta secolare, risalente all’Età del Bronzo.

Grignano attraversa le epoche Etrusca e Romana col nome di Castello di Vico. A partire dal Medioevo, fudapprimadimoradei Conti Guidi e, successivamente, proprietàpersonaledi Caterina De Medici (1519-1589) la quale, in segno di riconoscimento nei confronti del suo confessore e banchiere di fiducia, il Cardinale Henry de Gondi, decise di omaggiarlo del possedimento della Tenuta di Grignano.

 Negli anni ’70 prende vita Grignano come la conosciamo oggi. In quegli anni passa in proprietà alla famiglia Inghirami di Borgo Sansepolcro, uno dei nomi più noti e rappresentativi del tessile- moda italiano. Da quel momento inizia il progetto di riqualificazione e valorizzazione dei 600 ettari di terreno, di cui 50 coltivati a vigneto, 200 a oliveto, 100 a seminativo e 250 a bosco. Nel 1999 la famiglia Inghirami acquista la Fattoria Pievecchia ampliando l’estensione della Tenuta di Grignano.

Tommaso Inghirami oggi guida l’azienda con un team di professionisti collaboratori. Contando su una importante STORIA vinicola, Tommaso Inghirami ha ridisegnato i profili dell’azienda, esaltando le grandi potenzialità di un territorio naturalmente portato all’ECCELLENZA, e come da tradizione di famiglia, ne ha “cucito su misura” le linee di AVANGUARDIA.

LA STORIA di Grignano e il territorio del Chianti Rufina

Il Chianti Rufina è la più piccola delle sotto-zone del Chianti. Ma nonostante le piccole dimensioni, è la terza sotto-zona per produzione. Questo perché fin dal ‘400, per il gran gusto che va, sotto molteplici aspetti, riconosciuto alla signoria dei Medici, qui viene coltivato il loro vitigno tanto amato, il Sangiovese.

Questa sotto-zona è anche tra le più alte del Chianti, nei 50 ettari di vigneti di Grignano si raggiungono altitudini fino ai 550 metri sul livello del mare, con esposizioni Sud / Sud-est.

Consapevoli di questa ricchezza che si riversa naturalmente nel vivere e nei prodotti della terra, da più di 50 anni a Grignano si producono due DOCG e un DOC.

  • Il Chianti Rufina Ritratto del Cardinale: ha un più delicato apporto di legno, affina solamente in botti, esaltando maggiormente le note di frutto e floreali del Sangiovese che spiccano con una piccola aggiunta di Canaiolo.
  • Il Chianti Rufina Riserva Poggio Gualtieri: da viti con più di 20 anni età, con densità di impianto e rese molto basse, si ottiene un Sangiovese brillante e setoso che per la grande potenza beneficia di un affinamento sia in barrique che in botti.
  • Il Vinsanto del Chianti Rufina: uno spettacolare connubio tra Trebbiano, e Malvasia del Chianti con uve che vengono fatte appassire per circa tre mesi su graticci di legno prima di riposare in piccoli caratelli per 5 anni.
  • Completa la gamma Ricamo, IGT Toscana da uve di Chardonnay e Moscato: nasce da vigneti con più di 20 anni di età, dove l’assenza di legno nel processo di vinificazione, unita alla breve macerazione pre-fermentativa a freddo a contatto con le bucce, crea un vino fresco, vivace ma con buona struttura e profondità.

Il punto fondamentale della filosofia di Grignano è prendersi cura della natura fruttifera che necessità di nutrimenti e cure per raggiungere la massima espressione. Per questo possiamo qui parlare di “piccoli cru di vigna”, creati da una attenta parcellizzazione e classificazione delle varie zone. Infatti, nella distribuzione dei vigneti, Grignano ha rispettato le varie conformazioni naturalistiche delle incantevoli colline toscane, senza sradicare porzioni di bosco o oliveti, preservando quella grande bellezza che è il paesaggio promiscuo toscano.

L’ECCELLENZA di Grignano

Per volere di Tommaso Inghirami, Grignano fa parte del progetto Terraelectae: un marchio collettivo volontario, che punta a qualificare i vini della categoria Riserva elevandoli ad “ambasciatori” del Sangiovese.

Il Montefiesole Terraelectae esce nella prima annata con la 2019; è prodotto da una singola vigna dell’azienda, quella che meglio interpreta il vitigno-principe dei rossi toscani. Per la produzione non si è fatta alcuna modifica del disciplinare, ma i vini Terraelectae devono avere 30 mesi di invecchiamento di cui 18 in legno e almeno 6 in bottiglia.

«Terraelectae si pone al di sopra del concetto di Riserva, è la punta di diamante delle aziende che ne fanno parte. – Spiega Tommaso Inghirami - Abbiamo deciso di unirci per un importante obbiettivoche richiede un grande impegno: trasmettere al consumatore il messaggio di un territorio unico, non paragonabile a quello di vent’anni fa, poiché ha beneficiato del cambiamento climatico che ha reso più facile la vinificazione».

La linea AVANGUARDISTA di Grignano e la Famiglia Inghirami

Il nome dei vini “Singersangio” nasce dall’armonica combinazione delle due passioni di Tommaso Inghirami: le macchine da cucire e il vitigno Sangiovese.

Nella Villa di Grignano, Tommaso ha una collezione privata di oltre 300 macchine da cucire a manovella, usate dalla fine del 1800 fino a dopo la seconda Guerra mondiale.

Un simbolo di famiglia, più che una passione, che si deve al nonno, Fabio Inghirami. Nacque a Sansepolcro nel 1920, svolse gli studi all’Accademia navale di Livorno ma non ancora laureato partecipò alla guerra imbarcato sul cacciatorpediniere “Mitragliere”. Nel 1944 si laureò a pieni voti in giurisprudenza e nel 1949 iniziò la produzione di camicie INGRAM con 24 macchine da cucire Singer, comprate grazie ad un prestito dai genitori. Imprenditore innovativo non solo a livello nazionale, rivoluzionò il mondo della moda italiana. Dopo oltre

70 anni la Famiglia Inghirami porta ancora avanti l’attività manifatturiera iniziata dal fondatore Fabio Inghirami.

L’8 giugno 2021 la famiglia Inghirami ha contributo alla fondazione dell’Associazione Marchi Storici D’Italia, con il marchio storico INGRAM. L’Associazione ha un grande rilievo nazionale ed internazionale, vi partecipano imprese di alto profilo, iscritte al Registro dei marchi Storici di interesse Nazionale del MiMIT, che hanno deciso di riunirsi per un nobile scopo: promuovere a tutti i livelli l’importanza strategica dei marchi storici italiani e dare impulso anche come leva di competitività e internazionalizzazione del Paese.

«Fin da quando ero bambino ho la passione per le macchine da cucire. – Racconta Tommaso Inghirami - Queste rappresentano la storia della mia famiglia, i progetti e le sfide che abbiamo affrontato. Ho deciso di creare una linea “ricamata” su questa mia passione; perché alla fine cucire un abito non è così distante dal fare vino. Devi trasformare una materia, dunque devi conoscerla, studiarla in ogni minimo particolare e portarla alla sua evoluzione migliore e la forza motrice è come sempre la passione».

La linea Singersangio reinterpreta in maniera avanguardista il Sangiovese, il vitigno principe della Toscana, sviluppandosi su tre linee.

Il vino rosso, da degustare fresco, non conosce legno ed esalta note fruttate con una leggera speziatura. Il bianco, dissacrante e avanguardista la scelta di vinificare il Sangiovese in bianco. Infine il rosato.

Da ultimo ma non per importanza, va ricordato che la certificazione di biologico, sia in vigna che in cantina, su tutta la linea e anche per gli oliveti, suggella questa filosofia e l’amore per la natura. Inoltre a Grignano è stata riconosciuta anche la certificazione NOP, ente regolante la produzione e l’etichettatura dei prodotti biologici negli Stati Uniti, che richiede il rispetto di standard specifici e restrittivi per la produzione e trasformazione delle uve.