In Lombardia stop alla vendita di vino dopo le 18, Consorzio Vino Chianti: “Una follia, non risolve nulla e danneggia le imprese”

Pubblicato il 21 ottobre 2020

L’ordinanza della Regione per cercare di ridurre i contagi da Covid-19, il presidente Busi “Si vuole attaccare e criminalizzare il vino, come fosse la causa degli assembramenti”

“Vietare dalle 18 la vendita del vino nei supermercati, nelle enoteche, in tutti gli esercizi commerciali e artigianali, è una follia, un attacco al buon senso, un provvedimento incomprensibile”. Il Consorzio Vino Chianti, per voce del suo presidente Giovanni Busi, esprime lo sconcerto e la rabbia dei produttori per l’ennesima ordinanza che cerca di ridurre i contagi da coronavirus, in questo caso il regolamento numero 620 della Regione Lombardia. Nella giungla dei provvedimenti in tutta Italia, tra i distinguo e le eccezioni, dall’amministrazione Fontana arriva una decisione che ha messo in subbuglio tutto il mondo del vino.

Si vuole attaccare e criminalizzare il vino, come fosse la causa degli assembramenti. La cosa incredibile, e che ci stupiamo non venga colta – commenta Busi – è che ad essere penalizzate sono soprattutto le persone che dopo il lavoro fanno la spesa e magari per cena comprano una bottiglia di vino. Di solito i giovani, a cui crediamo sia rivolta questa misura, hanno più tempo libero: il vino possono comprarlo anche prima delle 18 e poi berlo fuori, per strada. Non è difficile da comprendere, ma di cosa stiamo parlando?”.

La preoccupazione per le ripercussioni di questa misura sono tante. “Attaccare il settore nel canale della grande distribuzione, l’unico che ha retto e ha garantito nel corso della pandemia la sopravvivenza di molte aziende, significa non comprendere la gravità della crisi che sta mettendo in difficoltà imprese e lavoratori. La Regione Lombardia ci ripensi”, conclude il presidente del Consorzio Vino Chianti.