La cucina di Giorgione da Montefalco al grido di “Laidi e corrotti per voi è finita!”

Pubblicato il 27 febbraio 2017

Giorgione, al secolo Giorgio Barchiesi, classe 1957, è nato e cresciuto a Roma, ma è un romano atipico, infatti ha lasciato la capitale a 19 anni per andare a studiare a Perugia e non c’è più tornato, facendosi umbro d’adozione. Nella sua famiglia borghese sono sempre state le tate a cucinare, infatti è proprio da loro che apprende con curiosità tantissime ricette e, facendosi uomo, le tecniche per realizzarle diventano automatiche come respirare. Così la passione per la cucina, che è sempre stata nel cassetto, a un certo punto della sua vita esplode prepotente, complice l’azienda agricola in mezzo al bosco dove vive con la moglie Marianna e i tre figli.

Giorgio è grande e grosso, dal carattere aperto e sensibile come un vero compagno d’avventure e nel suo orto coltiva di tutto, alleva animali d’ogni tipo e cucina come si deve. Oggi per vederlo all’opera fra pentole e fuochi bisogna andare nel centro storico medievale di Montefalco, la patria del Sagrantino, ma prenotate perché trovare posto non è facilissimo, dato il suo incredibile successo…

Lontano anni luce dall’immagine patinata degli chef televisivi più fashion e dalla cucina gourmet, fatta di minuterie e cesello, il suo stile è generoso e pieno: tutto “Orto e cucina”, come recita il titolo della sua trasmissione televisiva. Al grido di “Laidi e corrotti per voi è finita!” racconta in tv la sua cucina genuina, golosa e tradizionale, la stessa che si ritrova sulle tavole – questa volta reali – del ristorante “Alla Via di Mezzo” situato in via Santa Chiara: già frantoio a farina dai primi dell’Ottocento, poi frantoio per l’olio dal 1915 e oggi caratteristico locale dell’ambiente caldo, accogliente e informale. Vale davvero la pena vederlo in cucina, dove riesce a destreggiarsi con leggerezza e efficienza quasi poetica fra tegami e fornelli, nonostante la sua stazza non sia da poco… e non è solo questione di larghezza, ma anche d’altezza.

Ma veniamo finalmente al dunque, cioè la pappa, all’insegna della qualità a prezzo contenuto: infatti da Giorgione la carta non esiste e non ci sono trattative, il menù è fisso e comprensivo di un grande antipasto a buffet, due primi di pasta fatta in casa, due secondi di carne con due contorni e per finire un tris di dolci fatti in casa. In pratica mangiate quello che l’oste mette in tavola, dipende dalla stagione e soprattutto da come gli gira: un must per gli amanti della cucina succulenta e casareccia.

Hai una Tua filosofia di cucina? “Assolutamente no! M’approvvigiono soprattutto localmente, però non disdegno prodotti d’altre zone e vado secondo le mie sensazioni, le emozioni del momento e della situazione, senza nessun pregiudizio, sono fortemente sregolato… Nella mia cucina ci sono commistioni di razza, forma e dimensione perché la diversità aiuta l’intelligenza: vedere la gente che trasforma la materia prima in cibo per me è sempre stata fin da piccolo una grande magia… Insomma a 59 anni cucino e non ‘cheffeggio’, vado avanti secondo le curve della mia memoria”.

Lo stile dell’eclettico oste è quello dell’amico-buontempone-caciarone, della serie “diamoci subito del tu”. Un simpaticone, infatti a tavola, come nella vita, ama in maniera naturale divertirsi e stare insieme alla gente. Ma dietro la vasta salopette in jeans – praticamente non indossa altro – ci sono grande attaccamento alle tradizioni umbre e italiane, arricchite da un tocco di creatività e lunga esperienza in campo alimentare. Chi lo conosce sa che si troverà davanti piatti abbondanti e generosi, condimenti a base di burro o strutto, verdure e frutta di stagione e soprattutto non troverà mezze porzioni! E subito si percepisce che la rustica atmosfera che si respira “Alla Via di Mezzo” è specchio di una cucina altrettanto semplice e verace. Non si vuol stupire con effetti speciali o mise en place lussuose. Ogni cosa è basilare: tavoli in legno, tovagliette in carta riciclata, colorati sottopiatti in ceramica. Forchetta, coltello, bicchieri da acqua e vino e nulla più. Essenziale, come nella miglior tradizione delle trattorie italiane. Giorgione, sempre presente nel locale, t’accoglie sorridente con un calice di benvenuto e invita subito gli ospiti a servirsi al pantagruelico buffet degli antipasti, all’insegna dell’allegria, della convivialità e del buon gusto. Senza dubbio, un’esperienza da vivere!