La tracciabilità molecolare della Vernaccia di San Gimignano

Pubblicato il 18 dicembre 2012

Dopo aver presentato lo studio sul DNA della Vernaccia, il Consorzio della Denominazione San Gimignano presenta la seconda fase dello studio: la tracciabilità molecolare del vino Vernaccia di San Gimignano. L’intero progetto è iniziato nel 2010, in collaborazione con la Provincia di Siena e Sergè, azienda spin-off dell’Università di Siena: la prima fase, conclusasi nel marzo 2011, ha portato all’individuazione dello standard genotipico del vitigno Vernaccia. Partendo da questo, Sergè ha messo a punto le procedure analitiche per l’estrazione del DNA dal vino finito, iniziando dalle Vernacce in purezza, per allargare poi l’analisi a quelle in uvaggio con altri vitigni a bacca bianca non aromatici, che, come prevede il disciplinare di produzione, non possono superare il 15% complessivo, a eccezione del Sauvignon e del Riesling, che possono concorrere per un massimo del 10%. Oltre a questo, il disciplinare vieta espressamente l’uso di Traminer, Muller Turgau, Moscato Bianco, Malvasia di Candia, Malvasia Istriana e Incrocio Bruni 54. Lo studio, definito pionieristico dagli stessi ricercatori, sta dando risultati positivi, che incoraggiano a proseguire la ricerca. I vini fino a oggi analizzati per mettere a punto le procedure analitiche evidenziano tutti coerenza genetica col vitigno Vernaccia di San Gimignano, escludono l’utilizzo di quelli non ammessi dal disciplinare e individuano i vitigni ammessi, anche se, al momento, non è possibile stabilire con certezza le loro percentuali in rapporto alla Vernaccia di San Gimignano. Letizia Cesani, presidente del Consorzio, che, fondato nel 1972, quest’anno festeggia quarant’anni giusti giusti, commenta: “Il nostro Consorzio è orgoglioso prima di tutto di aver contribuito con questo studio alla salvaguardia del vitigno Vernaccia di San Gimignano, così raro e antico, ma, paradossalmente, mai analizzato dal punto di vista genetico, così da poterlo tramandare ai nostri posteri. Ora inizia la terza fase del progetto, quella che riguarda le possibili applicazioni pratiche dello studio. Le prospettive sono molteplici, a cominciare dall’analisi delle barbatelle di Vernaccia di San Gimignano per i nuovi impianti: com’è nel nostro stile, ormai consolidato, inizierà una nuova fase di confronto e crescita”.

Andrea Dreassi