Le radici etrusche, passato e futuro nelle nuove etichette di Pagani De Marchi

Pubblicato il 1 agosto 2022

Per Matteo Pagani figlio di Pia, si vuole coniugare antico e moderno come nei vini, che nel rispetto della tradizione cercano sempre di migliorare la qualità

L’azienda Pagani De Marchi, che ha festeggiato recentemente 20 anni di vendemmie, con il passaggio del testimone dalla titolare Pia Pagani De Marchi al figlio Matteo, dopo aver dato una svolta alla linea di produzione aziendale, cambia anche l’abito dei propri prodotti.

“La volontà è stata quella – ha commentato Matteo – di dare risalto alle origini Etrusche delle nostre terre. Insieme con lo staff dell’azienda, Stefano Moscatelli il direttore e Ilaria Simoni responsabile commerciale, abbiamo studiato un’immagine che coniugasse antico e moderno, come i nostri vini che rispettosi della tradizione, cercano di affinare costantemente la qualità, tramite il lavoro in vigna e in cantina”.

Ogni etichetta è nata dalla ricerca di un collegamento tra passato e presente, per mettere in luce le proprie origini, ma con un tocco di modernità. Il tutto trae ispirazione dal territorio aziendale, sul quale sorge una necropoli etrusca che ha portato alla luce numerosi reperti archeologici. Da qui l’idea di utilizzare sulle etichette simboli dell’alfabeto etrusco antico e statuette etrusche della regione, mantenendo ovviamente il logo dell’azienda, e meglio la paperella ritrovata nella necropoli dell’azienda. Le effigi presenti sulle etichette rappresentano la memoria del patrimonio artistico e culturale locale e rimangono sullo sfondo, con un’elegante velatura. Più in evidenza e a rilievo campeggia un simbolo colorato derivato dall’alfabeto etrusco, che contraddistingue il carattere del vino. Antico e moderno insieme, proiettati verso il futuro, nel rispetto della tradizione.

Il Principe Guerriero Costa Toscana Igt, assemblaggio di Cabernet Sauvignon e Merlot maturato in anfora, deve il suo nome al ricco possidente di quelle terre ai tempi degli Etruschi, grande estimatore del vino, come fa presagire il kit di degustazione ritrovato nella sua tomba rinvenuta all’interno dell’azienda. L’effige ricorda Laran, Dio etrusco della guerra. Nell’etichetta è rappresentato dalla lettera P di colore nero, che assomiglia al numero 1 e che sembra rappresentare una lancia. Vinificato ed affinato in anfore di terracotta, come verosimilmente avveniva al tempo del Principe etrusco, diventa il vino identificativo dell’eredità culturale aziendale.

Il Casa Nocera Igt Toscana, che prende il nome dal Podere aziendale, Merlot 100% unico vino rosso in purezza, è rappresentato dall’immagine di Vertumno, Dio del mutamento delle stagioni e della maturazione dei frutti, e dalla lettera N.

Il Montaleo Montescudaio Doc, Sangiovese, Merlot e Cabernet Sauvignon con la figura di un soldato e la lettera M.

L’Olmata Igt Toscana, Sangiovese, Cabernet Sauvignon e Merlot, riporta la sagoma di una persona che fa un’offerta votiva, mentre il simbolo che campeggia è una lettera O con al centro un punto, quasi a raffigurare uno scudo.

Infine, l’unico vino bianco, Il Blumea, Vermentino in purezza, riporta sullo sfondo una figura femminile con un vaso sulla testa, ed è contraddistinto dalla lettera B dell’alfabeto etrusco.

“Un cambio di immagine importante, che è accompagnato dal desiderio di rinnovamento anche a livello di produzione, che da un lato vuole riprendere i concetti storici espressi con le nuove etichette grazie alla produzione in anfora, e dall’altro deve adeguarsi gioco forza ai cambiamenti climatici in atto. Il lavoro sarà condotto in equipe dallo staff dei collaboratori storici, seguendo il percorso tracciato dai miei genitori – ha concluso Matteo”.