Salento: un Amico

Pubblicato il 25 settembre 2020

Amedeo, amico caro. Oggi sono tornato a Torino e mi sono seduto per qualche minuto su una panchina in piazza San Carlo: mi sei tornato in mente. Tu, i nostri sogni, le nostre speranze, la nostra gioventù. È da tanto che non ti scrivo dei miei viaggi di lavoro e so bene quanto ti siano sempre piaciuti i miei racconti.

Leggimi, ti farà piacere. Sono tornato in Puglia, in Salento, in quella terra abbracciata dai due mari dove le spiagge sono bianche e l’acqua è limpida; dove la gente è ospitale e la mia curiosa golosità viene sempre soddisfatta da veri caroselli variopinti di ingredienti sorprendenti. Questo viaggio però è stato diverso, ho incontrato un Salento differente che in parte non conoscevo ancora; un percorso che mi ha fatto stringere amicizia con una storia millenaria e un’altra più recente, con leggende e supposizioni, arte e archeologia.

Non sono certo mancati i buoni sapori di cui ti parlerò, ma prima vorrei raccontarti di un passato lontano che ancora puoi ritrovare nelle gente del posto. Forse stenterai a crederci ma, credimi, è così. Stai tranquillo non ti farò una lezione di archeologia, non ne sarei capace, ma sappi che ho visitato alcuni siti che sazierebbero la tua sete di sapere. Questa terra un tempo fu abitata dai Messapi una popolazione forte e ben organizzata, indipendente e rispettosa delle regole. Una civiltà che dimorò all’interno di città protette da alte mura megalitiche tra in IV e il III secolo A.C. I Messapi temevano e amavano i Greci, li temevano per la loro forza militare e li amavano per la loro cultura dalla quale attinsero svariate sfumature. Ma furono poi solo i romani a conquistarli due secoli dopo.

La storia Messapica è stata letta grazie agli scavi archeologici che hanno riportato alla luce centinaia di tombe dalle quali si sono potute comprendere le usanze di questo antico popolo che vive ancora nel DNA delle persone salentine. Dei vari siti archeologici ho visitato il complesso di Muro Tenente posto tra i Comuni di Mesagne e Latiano in provincia di Brindisi e il Parco Archeologico di Manduria in provincia di Taranto.

Sono due parchi molto importanti che offrono al visitatore un’immagine chiara di questa storia straordinaria. Tombe di diverse grandezze, mura, strade e punti dedicati al culto. Nel parco di Manduria ti piacerebbe molto il Fonte Pliniano, il nome deriva da Plinio il Vecchio che lo citò nella sua opera Naturalis Historia testo di cui spesso ti ho parlato per via dei tanti prodotti mangerecci che Plinio molti secoli prima del sottoscritto ebbe il piacere di conoscere. Si tratta di una sorgente d’acqua posta all’interno di una grotta e illuminata da un lucernaio che ancora oggi trasuda di mistero e magia.

Amico mio, ho tante cose da raccontarti e non mi dilungo. Ho parlato di due storie importanti che ho avuto la fortuna di abbracciare intervallandole con piatti e ricette della tradizione salentina. Proprio a Mesagne mi sono divertito a provare le cucine di alcuni ristoranti. Sono passato dai piatti di terra a quelli di mare, dalle tipiche orecchiette a tortelli ripieni di orata, dalla pasta con i ceci agli gnocchi con i gamberetti. Ricette rielaborate e servite con gusto, cucine più semplici e altre più ricercate. Cavatelli, parmigiane, burrate, polpettine, alici, cozze, polpi, carne di cavallo. Mi conosci, non mi sono fatto mancare nulla, vini compresi.

A Mesagne, tra un buon bicchiere di Primitivo e un pezzo di fucazza chena scquagghiata la focaccia del posto, ho incontrato l’altra storia. Ti parlo di Barocco, una storia più recente ma altrettanto affascinante. In genere, lo sai bene, quando si parla di Barocco salentino la mente volge subito alla città di Lecce. Giusto, Lecce è una bellissima città Barocca, ma c’è un Barocco meno marcato, più celato, e a Mesagne lo puoi vedere e apprezzare.

Mesagne è situata lungo la via Appia Antica e, oltre a conservare testimonianze romane, longobarde, normanne, offre attraverso le facciate dei palazzi nobiliari e le imponenti chiese, un tratto Barocco di prim’ordine. La Chiesa Madre e la Chiesa di Sant’Anna ne sono due esempi particolarmente interessanti. Si, ribadisco che ti parlo di un Barocco meno ostentato, più Sabaudo, per fare un riferimento a noi, ma decisamente bello. In città c’è poi il Castello che nei secoli ha subito svariate trasformazioni e che all’interno custodisce molti degli oggetti messapici rinvenuti nelle tombe. La più caratteristica è la Trozzella messapica un particolare tipo di vaso che si distingue dagli atri per via delle sue anse che terminano con delle rotelline.

Ma il mio viaggio è stato ricco. A Brindisi sono tornato al Museo Archeologico Provinciale Francesco Ribezzo dove ho ancora incontrato i Messapi e naturalmente i Romani. È un museo molto bello che ti consiglio di visitare. Mi sono poi spostato a San Vito dei Normanni per entrare nel pregiato Castello Dentice di Frasso e, pensa amico mio, accompagnato dal proprietario il Principe Giuliano Dentice di Frasso: qui vi soggiornarono il Re Vittorio Emanuele III e la Regina Elena.

Ma San Vito dei Normanni, tornando al tema Barocco, è il luogo che ha dato i natali a Leonardo Leo (Lionardo Oronzo Salvatore de Leo) il celebre compositore capostipite della scuola napoletana in un contesto storico in cui Napoli era indiscutibilmente la capitale della musica. Un grande artista ammirato dai nomi più eclatanti del panorama musicale del tempo. Il suo straordinario Miserere a due cori composto nel 1739 venne scritto per la Cappella Reale e dedicato al Re Carlo Emanuele di Savoia nella nostra Torino.

Sempre alternando storia barocca e buon cibo, alcuni piatti ti sarebbero tanto piaciuti, mi sono regalato qualche chicca. La bellissima chiesetta di Santa Maria Gallana posta nella contrada Gallana tra Oria e Latiano nel brindisino e la piccola chiesa Bizantina di San Pietro Madurino situata vicino al monastero di Sant’Antonio a Manduria. Due eccellenze da non perdere.

Ho viaggiato attraversando uliveti secolari e vigneti prosperosi alteranti ai colori dei fichi, ho visto grappoli d’uva pronti per la vendemmia circondati dai muretti di pietra. Masserie antiche e moderne cantine, ho degustato oli da olive Ogliarola e Leccina. Ho apprezzato i sapori di una cena messapica con piatti preparati tenendo in considerazione gli ingredienti di quel lontano periodo: cereali, agnello, carrube, fave.

E poi i vini, Primitivo, Negroamaro, Malvasia Nera, Fiano, Verdeca. Sono tornato dagli amici della cantina Produttori di Manduria importante realtà territoriale fondata nel 1932. Ho percorso chilometri accompagnato dalle ragazze di Spirito Salentino che con il loro amore per la propria terra mi hanno arricchito di storia e divertito con la favola di Lu Lauru lo spiritello che vive di notte e fa scherzi ai grandi e ai piccini. È stato un buon viaggio amico mio e mi ha fatto tanto piacere parlartene.

In realtà Amedeo non è più con me da tanti anni, sognava di diventare medico e sono certo che lo avrebbe fatto al meglio. Ogni tanto gli racconto del mio lavoro, delle mie gioie e delle mie paure, lo faccio per tenere accesi i nostri anni verdi. E poi perché Amedeo rimarrà sempre come il Salento: un amico!!!

Fabrizio Salce